mercoledì 13 gennaio 2010

Keith Jarrett Testament Paris London 2008

In un momento di profonda lucidità Bird poco prima di morire disse: Se potessimo ascoltare tutti i rumori che esistono, diventeremmo pazzi in un istante, alla stessa stregua se mettessimo insieme tutte le ultime parole promunciate prima di morire, leggeremmo queste note. E' difficile evidenziare parole, con la pressione che il sangue imprime al dito sul pianoforte, eppure questo annuncio di testamento di Jarrett ci mette in condizione di leggerlo e di giudicare tutte le sue superbe scelte stilistiche. Si tratta di concerti che ci fanno vivere una sua assenza, tutto il movimento ritmico e l'impasto quasi demoniaco delle musiche, inseguono una perdita. Le cronache ci dicono che il nostro maestro di tracce è stato lasciato dalla sua compagna, una separazione che rinnova l'unica legge che lo/ci accompagna, il piano solo.
La qualità del suono amplifica i suoi gesti consueti che tirano di scherma con un pentagramma affilato come tuoni, e luminoso come l'ascesa di certi pianissimo che fanno pensare a un silenzio.
Un ascolto che indica ancora quanto vale scegliere tra una profonda spiritualità e la vertigine spenta della banalità.

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